Un’esperienza unica
Raccontare un viaggio. Sì, ma come?
Un diario di viaggio, tenuto giorno per giorno, dei luoghi visitati e delle esperienze vissute? In alcuni casi è la scelta migliore, ma l’Africa non si presta bene a questo rigido schema, anzi apre la mente e insegna ad aspettarsi in ogni momento quella meraviglia che si va cercando.
Per questo ogni viaggio, anche passando esattamente dagli stessi luoghi e sulle stesse strade, sarà sempre qualcosa di eccezionale.
Raccontare l’Africa, attraverso il nostro viaggio di nozze, è parlare di tutti quei momenti che ci hanno meravigliato: l’incontro con il primo leone, il sapere di essere vicini ad un leopardo ma non riuscire a vederlo, i suoni degli ippopotami sull’Okawango, gli sguardi delle migliaia di antilopi di ogni genere che abbiamo incontrato, i colori incredibili degli uccellini.
Per continuare poi scrivendo dei panorami, dei colori e dello spettacolo dei paesaggi in costante cambiamento. Ogni giorno, ogni spostamento, ogni poche centinaia di chilometri sembrava di passare da un pianeta a un altro: dal deserto rosso del Kahalari a quello sabbioso del Namib, dalla fredda e marittima Swakopmund al roccioso deserto del Damaraland, dal parco arido e secco di Etosha fino alle grandi distese verdi e rigogliose della regione dei fiumi Okawango, Linyanti, Chobe e Zambesi per finire alle meravigliose Victoria Falls. Ci siamo immersi, per 3 settimane, letteralmente in uno spettacolo della Natura.
Un viaggio come questo ha bisogno di un’organizzazione perfetta. Niente poteva andare meglio di così: ogni prenotazione aveva sempre il suo giusto tempo, ogni attività rientrava sempre con i tempi dei nostri spostamenti, ogni guida e ogni persona che abbiamo incontrato è sempre stata gentile e disponibile e non abbiamo mai avuto la sensazione di essere di fretta o di tralasciare qualcosa. Certo, abbiamo forato, com’è normale sulle strade namibiane, ma anche grazie a questo abbiamo conosciuto l’ospitalità namibiana.
L’Africa, per come l’abbiamo vissuta nelle tre settimane di viaggio, è stata una scoperta continua. Perché, per quanto si possa partire preparati, è impossibile avere coscienza di cosa si sta andando a visitare. Un posto fatto di colori che noi non conosciamo, come quelli dei tramonti nella savana, di luci che non possiamo più godere, come il cielo stellato nel mezzo al deserto, di animali a noi poco noti e di tradizioni e di storie completamente diverse dalla nostra cultura. Siamo partiti per l’Africa con un’idea e una forma mentis europea, siamo tornati con la consapevolezza di aver solo scalfito questo gioiello e con un po’ più di conoscenza della storia, della cultura e delle tradizioni africane.
Infine dobbiamo dire qualcosa riguardo al viaggio on the road. Prima della partenza era la nostra maggiore preoccupazione, perché comunque si va a guidare in un paese straniero, in un continente diverso e non si può mai sapere cosa può accadere. L’importante è rendere gli spostamenti una parte integrante del viaggio. Non si è trattato solo di spostarsi tra i vari lodge o i vari punti della cartina, ma di entrare in un contatto profondo con la Namibia. Ci potevamo fermare a nostro piacimento, fotografare i paesaggi, mangiare lungo la strada, sostare in piccoli paesini sperduti dove venivamo visti come alieni caduti sulla Terra per errore. Insomma la strada e il viaggiare su gomma è stato un enorme in più che ha regalato al nostro viaggio di nozze un sapore veramente unico.
Concludiamo ribadendo che viaggiare in Africa sia giocoforza un’esperienza unica: ognuno proverà emozioni fortissime dovute agli innumerevoli stimoli da cui verrà investito. Un’esperienza unica, ma che consigliamo caldamente a tutti! Nessun racconto, nessun video e nessuna foto renderanno mai giustizia a ciò che si prova quando ci si trova in mezzo alla savana a pochi metri da leoni, elefanti o rinoceronti, quando si ammira il sole tramontare sugli alberi creando quel rosso tipico del deserto africano o quando ci si trova completamente al buio ad osservare il cielo stellato del Sud. Credeteci. Non è possibile immaginarlo, va vissuto.
Samuele e Linda